13 maggio, 2021

La Statua Pellegrina di Fatima sarà ambasciatrice di pace nel Caucaso

La scultura di Fatima visiterà entro settembre e ottobre il primo paese cristiano di questa parte del globo

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Carmo Rodeia

La Statua n°2 della Vergine Pellegrina di Fatima si recherà nel Caucaso, in settembre e ottobre, su richiesta del nunzio apostolico in Armenia e Georgia, Mons. José Bettencourt, che ha già espresso “la sua gioia” per questo viaggio senza precedenti.

Questa sarà la prima volta che la statua visiterà questi territori dell’ex Unione Sovietica, passando anche per l’Azerbaigian, secondo quanto riferisce il rappresentante diplomatico del Papa.

“I cattolici del Caucaso sono contenti nell’apprendere la notizia della visita della Statua della Madonna di Fatima alla regione”, ribadisce l’arcivescovo, nato nelle Azzorre, in un messaggio inviato al Santuario di Fatima.

La Statua, che passerà per le parrocchie e le comunità cattoliche dei tre Paesi, è portatrice di una specifica intenzione “di riconciliazione e di pace”, in un’area dove restano congelati diversi conflitti, alcuni dei quali riaccesisi nel corso dell’anno trascorso, che minacciano la stabilità e la sicurezza in tutta la regione.

Per José Milhazes, giornalista e autore del libro “Il messaggio di Fatima in Unione Sovietica-Russia”, la presenza di Fatima nel Caucaso “è particolarmente importante in una regione del Continente Europeo martoriata, da molti anni, da guerre e gravi crisi politiche, perché il messaggio uscito dalla Cova da Iria è di pace tra gli uomini”, ha anticipato al Santuario.

“Certamente la Statua della Vergine Maria sarà ricevuta da cuori e braccia aperti in Armenia, primo paese a proclamare il Cristianesimo come sua religione nel lontano 301. L’Armenia è stata coinvolta in una guerra con il vicino Azerbaigian dal 1989 e questi due paesi hanno bisogno di pace, di una riconciliazione che tarda a venire” sottolinea il giornalista che fu corrispondente della SIC in Russia.

Residente in Portogallo, il giornalista sottolinea, d’altra parte, “la lunga e profonda crisi interna” che affligge la Georgia.

“La presenza di Fatima in Georgia contribuirà a rendere i cuori più pacifici, più aperti al dialogo e li porterà certamente a ricordare il contributo dei missionari portoghesi nel recupero dei resti mortali della martire georgiana Santa Ketevan, il cui supplizio è rappresentato sulle ceramiche delle pareti del Convento da Graça, a Lisbona”, ha detto.

Anche la giornalista Aura Miguel, una delle vincitrici del Premio Giornalistico istituito nel Centenario delle Apparizioni, con un reportage multimediale dal titolo “Fátima na Bielorussia, uma chama que a URSS não apagou” (Fatima in Bielorussia, una fiamma che l’URSS non ha spento), prodotto in collaborazione con Joana Bourgard, ricorda che la presenza della Statua Pellegrina della Madonna di Fatima nella regione del Caucaso può aiutare a “consolidare la pace e l’unità” tra i cristiani e a “rafforzare il dialogo con l’Islam”, in quest’area strategica tra Europa e Asia.

La presenza della Statua Pellegrina di Fatima – ha detto concludendo -  sarà “un'occasione privilegiata per rafforzare questo desiderio ardente di pace e di dialogo, e senza alcuna distinzione di carattere etnico, linguistico, politico o religioso”.

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